• 14/07/2016 alle 19:41

    Quanto denaro deve chiedere un trainer per allenare? La determinazione del giusto compenso del Personal Trainer deve avere come punto di partenza il calcolo dei costi sostenuti. I costi si suddividono in fissi e variabili. Tra i costi fissi, ad esempio, sono da annoverare l’assicurazione e l’affitto della palestra.

    Quanto denaro deve chiedere un trainer per allenare?

    Quanto denaro deve chiedere un trainer per allenare?

    Un personal trainer percepisce un compenso orario per la sua attività. L’applicazione di un prezzo corretto per ciascuna ora di servizio è un elemento estremamente importante.
    Gli errori più frequenti, nella determinazione del proprio compenso, sono dovuti ad eccessivo entusiasmo, che porta ad applicare tariffe troppo basse in preda alla voglia di cominciare, o a pretese eccessive, e quindi tariffe troppo alte rispetto al mercato.

    Per assurdo, l’errore più grave, è quello di applicare prezzi troppo bassi. Chiedendo un compenso basso, presto ci si rende conto che non è adeguato a coprire le spese e generare un utile significativo. Aumentare il prezzo è un’azione molto delicata che, spesso, comporta la perdita del cliente. Molto più semplice sarà la riduzione di un prezzo troppo elevato. Riducendo il prezzo nessun cliente avrà di che lamentarsi.

    Resta inteso che, partire col piede giusto, sarà la migliore delle soluzioni. Nella determinazione del “giusto prezzo” intervengono fondamentalmente quattro variabili. I costi da sostenere, il margine di guadagno che si intende percepire, il grado di competenza, la piazza in cui si lavora.

    I costi sostenuti da un personal trainer si dividono a loro volta in due categorie: i costi fissi ed icosti variabili.
    I costi fissi incidono sul lavoro del personal trainer indipendentemente dal numero di ore lavorate e/o dal numero di clienti. Tali costi sono rappresentati dall’assicurazione professionale per responsabilità civile, indispensabile per sopperire ad eventuali danni cagionati durante il lavoro, e dal canone di affitto della palestra nella quale si opera.
    L’assicurazione, come accennato, è indispensabile. In ciascun lavoro vi sono dei margini di rischio ma, nel caso specifico, la possibilità di cagionare un danno al cliente deve necessariamente poter essere coperta da una apposita polizza assicurativa.
    Salvo i casi in cui il lavoro venga svolto al domicilio del cliente, occorrerà accordarsi con una palestra per la fruizione degli spazi e delle attrezzature. In questo caso interviene il secondo dei costi fissi (che in realtà può essere reso anche variabile come chiariremo tra breve).

    L’affitto della palestra è la soluzione maggiormente utilizzata dai personal trainer che hanno consolidato la loro attività. Per tali professionisti è conveniente accordarsi con una o più palestre presso le quali svolgere il lavoro, facendo allenare i propri clienti. Naturalmente corrisponderanno un compenso fisso alla struttura che mette a disposizione locali, attrezzi e spogliatoi.

    Ci sono altre possibili soluzioni, soprattutto per chi è alle prime armi. In particolare ci si può accordare con i gestori del centro per pagare una determinata cifra per ciascun cliente che accede in palestra ad allenarsi. Questa soluzione è maggiormente indicata per chi è agli inizi e non può prevedere il numero di clienti che riuscirà ad avere. Meglio quindi non impegnarsi con costi fissi, col rischio di non avere un numero sufficiente di utenti, per coprire le spese. Con questo sistema si pagherà la locazione della palestra solo per il reale utilizzo.