• 10/07/2016 alle 17:30

    Il Body building e la postura;  Ipercifosi dorsale accompagnata da iperlordosi cervicale di compenso sono le conseguenze più comuni della pratica del body building, in mancanza di una attenta analisi posturale.

    Il Body building e la postura

     

    Il Body building e la postura

     

    Cultori e appassionati bodybuilder probabilmente leggendo questo articolo avranno da obiettare, inviteranno chi lo ha scritto ad andare in palestra a sollevare pesi piuttosto che scrivere “idiozie, baggianate” o peggio.

    Per evitare in parte tutto questo una premessa doverosa da parte del sottoscritto è quella che, come in altre discipline sportive, non è la pratica amatoriale o saltuaria del body building a poter determinare alterazioni posturali specifiche legate alla disciplina quanto semmai l’agonismo, una specializzazione precoce o un allenamento continuo ma mal strutturato.

    Già il nome della disciplina, body building (letteralmente “costruzione del corpo”), rende chiaro come questa pratica sportiva possa avere una profonda influenza nei confronti della postura che è in breve la disposizione delle parti del corpo in riferimento allo spazio.

    L’allenamento posturale

    Ormai è noto a tutti quanto l’importanza di avere un buon allineamento posturale possa contribuire a migliorare sensibilmente la stato generale di salute di qualsiasi persona, dal bambino fino allo sportivo e alla persona più anziana.

    Questa specifica importanza della postura ai fini salutari sembra però sfuggire nella maggior parte delle palestre dove si pratica body building. Uno dei problemi a monte è che prima di iniziare a praticare gli esercizi della classica scheda di allenamento nessuno si preoccupi di fare una valutazione posturale. Un’attenta analisi posturale permetterebbe infatti di valutare preventivamente quali gruppi muscolari ipotonici necessiterebbero di essere rinforzati e quali muscoli invece essendo già eccessivamente contratti andrebbero allungati.

    Agonisti e antagonisti

    Proprio il cattivo rapporto fra coppie muscolari, agonisti e antagonisti, è uno degli aspetti alla base dei cattivi atteggiamenti posturali. La stragrande maggioranza dei frequentatori abituali di una palestra ha il desiderio di migliorare il proprio fisico e quindi il proprio aspetto estetico, cosa che reputo assolutamente normale.

    Il problema nasce semmai quando il desiderio di migliorarsi esteticamente prevale inconsciamente sull’aspetto salutare. Il rafforzamento continuo e ripetuto di gruppi muscolari “esteticamente più importanti” a discapito di altri, in assoluto pettoe addome per gli uomini,gluteie gambe per le donne (vedi anche I 3 errori che le donne fanno in palestra), finisce per creare un disordine posturale caratteristico. Questo aspetto è ulteriormente amplificato dal fatto che è raro avere una scheda personalizzata di lavoro, quasi tutti adoperano schede preconfezionate secondo diversi livelli che rendono del tutto impossibile una personalizzazione seria dell’allenamento (vedi anche: Quando la scheda è già pronta).

    Osservando la postura tipica di un body builder, specie di profilo, si può notare come tenda ad assumere l’atteggiamento tipico del gorilla con spalle chiuse in avanti e braccia addotte e intraruotate con mani pronate.

    Il petto è quindi generalmente molto tonico e contratto e richiama in dentro le spalle al contrario della muscolatura posteriore del busto allungata e ipotonica con conseguenteipercifosi dorsale accompagnata da iperlordosi cervicale di compenso.

    Questa è la diretta conseguenza di un allenamento che si focalizza spesso sul rafforzamento esclusivamente concentrico del petto a discapito di deltoide posteriore, trapezio, adduttori della scapole ed extrarotatori della spalla. Tale atteggiamento di chiusura a livello toracico ha secondariamente ripercussioni anche sulla corretta dinamica respiratoria.

    L’impossibilità di aprire bene il torace durante l’inspirazione forzata a causa dell’eccessiva rigidità dei pettorali determina un’immissione di aria ridotta ai polmoni. Con il tempo il diaframma, muscolo respiratorio essenziale, risente di questa alterata meccanica adattandosi a sua volta a lavorare in un regime ridotto.

    Il costante accorciamento delle masse muscolari può arrivare quindi a determinare

    una limitazione dell’elasticità muscolare, una riduzione della rima articolare ed un aumento della pressione intrarticolare, causando problemi spesso irreversibili

    Il movimento lento e frenato di alcuni bodybuilder si associa ad una perdita delle qualità propriocettive e di adattamento tipiche di un tessuto elastico come il muscolo.

    il lavoro di muscoli e articolazioni su piani sempre uguali, determina la camminata goffa e innaturale, priva di armonia, che rispecchia un corpo rigido, serrato, accorciato e compresso. Ma il corpo umano non è nato per fare movimenti ripetuti sempre sullo stesso piano, e quando viene forzatamente programmato in maniera unidirezionale perde le sue qualità propriocettive e le sue molteplici variazioni del gesto motorio, per questo il body building più di ogni altro sport, genera dei veri e propri “ritardati motori”

    In definitiva se da un lato bisogna riconoscere a questa disciplina importanti meriti, soprattutto per sfuggire da una ben più pericolosa sedentarietà, dall’altro bisogna conoscerne limiti, ridurre i difetti ed esaltarne i pregi. Fra i metodi più semplici basterebbe dedicare un po’ di tempo alla valutazione e personalizzazione dell’allenamento oltre ad inserire all’interno della seduta stretching e posture di allungamento muscolare.