• 13/07/2016 alle 18:41

    Postura: ALTERAZIONI POSTURALI IN ETÀ EVOLUTIVA;    Le alterazioni morfologiche si suddividono in turbe psicomotorie, atteggiamenti viziati, paramorfismi, dismorfismi. Analisi di iperlordosi, ipercifosi, postura a dorso piatto, postura sway-back e scoliosi;

    Postura: ALTERAZIONI POSTURALI IN ETÀ EVOLUTIVA

    Alla luce delle recenti acquisizioni scientifiche, la maggior parte delle alterazioni morfologiche che si manifestano in età evolutiva, quando non congenite, sarebbero da attribuire non a semplici squilibri muscolari, una conseguenza, ma bensì all’acquisizione di schemi motori errati da parte del soggetto. Per alterazioni morfologiche si intendono delle dissonanze, dei fattori di disturbo, che alterano l’equilibrio statico e dinamico, turbando così anche quello anatomico e funzionale.

    Possiamo distinguere le alterazioni morfologiche in:

    • Turbe psicomotorie
    • Atteggiamenti viziati
    • Paramorfismi
    • Dismorfismi

    Le turbe psicomotorie fanno riferimento alla mancata o errata strutturazione dello schema corporeo, cui consegue l’incapacità del bambino di riconoscimento e pieno controllo del proprio corpo, del riconoscimento della dominanza laterale, dell’organizzazione spaziale e temporale e dell’organizzazione dinamica di sé. Generalmente si manifestano con un atteggiamento rilassato, mancanza di equilibrio, controllo incerto e maldestro del proprio corpo. I movimenti sono scoordinati, imprecisi, e frequenti le assunzioni di posture scorrette.

    Gli atteggiamenti viziati sono da considerare dei vizi estetici dell’adolescenza che alterano la statica e la dinamica del corpo. Si verificano generalmente in soggetti che non hanno conseguito o hanno perduto la capacità di controllo del proprio corpo e sono da reputare fenomeni globali che interessano l’area di regolazione nervosa. L’errata posizione assunta dal soggetto può causare l’espressione di schemi motori errati e questi a loro volta, l’assunzione di atteggiamenti scorretti. Una mancata o deficitaria strutturazione del sistema centrale dei circuiti di controllo neuromuscolare e delle afferenze recettoriali, è la principale responsabile che determina queste alterazioni.

    Il significato etimologico del termine paramorfismo è: aldilà (para) della forma (morfe). Interessanti sono le definizioni date da diverse autori:

    Un complesso di abiti morfologici paranormali compresi tra i confini della normalità e della patologia (Sorrentino)
    Modeste alterazioni para-patologiche della forma corporea (Pivetta)
    Deviazioni in cui la colonna si presenta più o meno rigida (Lesur)
    Semplici alterazioni funzionali, senza lesiona strutturale (Zanoli)

    I paramorfismi possono venirsi a determinare in seguito a diverse cause predisponenti:

    • l’atteggiamento viziato non rilevato in tempo opportuno o trascurato
    • una notevole spinta staturale durante la crescita non assecondata da un adeguato sviluppo della forza muscolare
    • altri fattori come lo stato psico-affettivo del soggetto, eventuali malattie della prima infanzia, i disturbi degli organi di senso, le carenze dell’ambiente scolastico o lavorativo (in cui assume particolare importanza la mancanza di movimento, così come avremo modo di sottolineare nella parte del testo dedicata alla prevenzione)

    I paramorfismi rappresentano quindi delle alterazioni dell’assetto corporeo che si manifestano, soprattutto, con rigidità e retrazioni delle catene muscolari come conseguenza di un mancato o errato controllo a livello nervoso stabilizzatosi nel tempo.

    L’evoluzione di un paramorfismo non trattato per tempo può sfociare in un dismorfismo. Nei dismorfismi, oltre la componente muscolare, risulta interessata anche quella scheletrica. Di conseguenza l’alterazione della forma corporea sarà più accentuata e difficile da trattare con metodi incruenti.

    Mentre i paramorfismi si possono, almeno momentaneamente, correggere con un volontario raddrizzamento della colonna vertebrale e l’allineamento delle spalle e del bacino, i dismorfismi non possono essere corretti neanche con uno sforzo volontario, in quanto la colonna ha ormai una conformazione con curve e deviazioni definite.

    Postura standard e atteggiamenti posturali alterati

    In natura non può esistere la postura perfetta (vedi anche La buona postura dello stesso autore).

    Esiste invece un modello standard di riferimento con il quale confrontare il proprio atteggiamento posturale. Per postura standard si intende un allineamento scheletrico ideale, tale da comportare una minima quantità di tensione e contrattura, che conduce alla massima efficienza del corpo.

    Nella postura standard la colonna presenta delle curve nella norma e le ossa degli arti inferiori hanno un allineamento ideale per il sostegno del peso. La posizione neutra del bacino suggerisce il buon allineamento dell’addome, del tronco e degli arti inferiori. Il torace e la regione dorsale si trovano in una posizione che favorisce la funzione ottimale degli organi della respirazione. La testa è eretta in posizione ben equilibrata, in modo che sia permessa la minima tensione a carico dei muscoli del collo.

    È definito come centro di gravità il punto in cui si concentra la maggior parte del peso del corpo per azione delle forze verticali e parallele che agiscono su di esso. La verticale passante per il centro di gravità è definita come linea di gravità. In un adulto con postura in allineamento corretto il centro di gravità si colloca normalmente in un punto leggermente anteriore al primo o secondo segmento sacrale, all’altezza dell’ombelico.

    L’azione muscolare risulta essere fondamentale per mantenere inalterato questo delicato equilibrio: nella veduta laterale, i muscoli anteriori e posteriori inseriti sul bacino mantengono un allineamento ideale. Lo stato di tensione o debolezza di un determinato gruppo muscolare può andare a determinare un’alterazione del normale allineamento posturale.

    Postura: ALTERAZIONI POSTURALI IN ETÀ EVOLUTIVA
    • Posizione neutra del bacino
    • Anteroversione del bacino
    • Retroversione

    Si noti nell’immagine come a livello del bacino il prevalere di un azione muscolare sull’altra determini un assetto modificato dello stesso.

    Le alterazioni potranno essere variabili a seconda dei casi esaminati. Ripetendo il concetto già espresso che ognuno di noi possiede una postura univoca, si può associare il nostro personale atteggiamento posturale a degli standard di riferimento.

    Nella figura sottostante si individuano diversi atteggiamenti posturali che si discostano da quello ideale. Si noti che le diverse posture influenzano la posizione della linea di gravità, spostando il baricentro corporeo, con conseguente sovraccarico in determinate strutture ossee, muscolari e minore equilibrio.

    Postura: ALTERAZIONI POSTURALI IN ETÀ EVOLUTIVA

    Tutte queste alterazioni possono avere origine congenita oppure essere dovute a carenza di attività fisica o al mantenimento prolungato di posture scorrette.

    Iperlordosi

    L’iperlordosi consiste in un’accentuazione della curvatura fisiologica della colonna a livello cervicale o lombare. L’iperlordosi lombare è caratterizzata da una convessità profonda della colonna in zona lombare, a causa della quale il soggetto tende a portare i glutei indietro e gli addominali in avanti. Può essere la conseguenza di patologie varie come rachitismo, malattie endocrine o anomalie morfologiche della colonna e/o del bacino.

    Può anche dipendere da un eccessivo peso corporeo che grava in particolare sull’addome. Generalmente l’iperlordosi è una condizione che interessa in particolar modo il sesso femminile, sia per conformazione ossea che per abitudini culturali. Nell’età dello sviluppo l’eccessiva curva lordotica è spesso correggibile attraverso una semplice attività preventiva. L’iperlordosi cervicale e lombare si può o meno associare ad una ipercifosi toracica.

    Ipercifosi toracica

    L’ipercifosi toracica è data da un’accentuazione della curvatura del tratto dorsale della colonna, tale da determinare un atteggiamento di chiusura del soggetto in corrispondenza della gabbia toracica. Il periodo di maggiore incidenza è quello della pubertà, per indebolimento dei muscoli erettori del tronco cui consegue un’accentuazione della curva fisiologica.

    Si riscontra spesso anche in soggetti con un atteggiamento psicologico di chiusura e introversione, a dimostrazione del fatto che non si può scindere la psiche dal corpo. Tale atteggiamento influisce anche sulla dinamica respiratoria.

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    Postura a dorso piatto

    La postura a dorso piatto si riscontra in quei soggetti che presentano una colonna vertebrale con curve ridotte sia a livello toracico che lombare. Il capo appare proteso in avanti per l’eccessiva estensione del tratto cervicale. In questa tipologia di allineamento posturale si riscontra una scarsa mobilità della colonna che diventa difficilmente estendibile. Possono comparire spesso dolori alla bassa schiena dopo periodi di inattività. A livello muscolare si determina un accorciamento e un’eccessiva contrattura degli estensori dell’anca (glutei, ischio-crurali), al contrario i flessori (Ileo-psoas, retto femorale) saranno eccessivamente allungati e ipotonici.

    Per correggere la postura saranno necessari esercizi in estensione sia in forma attiva che passiva.

    Postura sway-back

    La postura sway-back (termine inglese che significa “oscillante”) si caratterizza per la peculiare posizione del bacino che si presenta anteriorizzato e inclinato posteriormente, costringendo l’articolazione dell’anca ad un’estensione forzata. La curva lombare appare più breve rispetto al normale e appiattita nel tratto inferiore, al contrario la curva toracica è più distesa.

    La testa è spostata in avanti, le gambe e le ginocchia sono iperestese, di conseguenza la linea di gravità è posteriore rispetto al normale. È un atteggiamento parecchio diffuso fra i giovani, nella rieducazione la presa di coscienza posturale gioca un ruolo fondamentale.

    Scoliosi

    La scoliosi è una condizione caratterizzata da deviazione laterale della colonna vertebrale a cui si associa la rotazione dei corpi vertebrali, con conseguente retrazione muscolo-legamentosa. Se non vi è rotazione dei corpi vertebrali si parlerà di atteggiamento scoliotico, che rientra fra i paramorfismi.

    La maggior parte delle scoliosi ha origine idiopatica (la causa è sconosciuta), si determina soprattutto in età puberale e di accrescimento osseo, in cui avviene uno squilibrio fra la crescita muscolare e quella scheletrica. A tal proposito tanto prima si presenta una scoliosi tanto maggiore sarà la possibilità di un suo aggravamento con la crescita. Colpisce prevalentemente le femmine rispetto ai maschi (rapporto 4-6: 1), probabilmente perché la spinta puberale è nelle donne più rapida che negli uomini.

    Le scoliosi si distinguono per

    • Gravità (si misurano in gradi Cobb)
    • Sede (dorsale, lombare, dorso lombare, cervico-dorsale)
    • Numero di curve (singola o doppia)
    • Età di insorgenza (infantile, giovanile, dell’adolescenza)

    La diagnosi della scoliosi è facilmente eseguibile facendo inclinare il soggetto in avanti ed evidenziando la comparsa del cosiddetto gibbo. A seconda della gravità il trattamento potrà prevedere un’attività motoria generalizzata e specifica nei casi più lievi, fino all’utilizzo di corsetti ortopedici o dell’intervento chirurgico in quelli più gravi. Se non trattata correttamente la scoliosi può determinare anche importanti patologie cardio-respiratorie.

    La prevenzione e l’utilizzo corretto del proprio corpo in età evolutiva rappresentano le armi più efficaci contro i cattivi atteggiamenti posturali.

    Dott. Fabio Marino