Alimentazione - Official Group Archives - warmfit
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Août
31
Carla T. Fit. + pesistica
Integratore alimentare: Be total plus
Alimentazione - Official Group
0


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Integratore alimentare: Be total plus; COSA E’ Be-Total PLUS? Be-Total PLUS è un integratore alimentare di vitamine del gruppo B.

FORMATO: Scatola da 20 o 40 compresse.

Integratore alimentare: Be total plus

 

Integratore alimentare: Be total plus

 

INGREDIENTI BE-TOTAL PLUS COMPRESSE

Be-total PlusAgenti di carica: Dicalcio Fosfato, Cellulosa microcristallina; Nicotinamide; Antiagglomeranti: Sodio Croscamellose (E468), Magnesio Stearato Vegetale, Beenato di Glicerolo (E471), Biossido di silicio; Vitamina B6 Cloridrato; Calcio Pantotenato; Agenti di rivestimento: Gomma Lacca, Idrossipropilmetilcellulosa, Acido Stearico, Cera Carnauba; Vitamina B1 Nitrato; Vitamina B2 (riboflavina, amido di mais); Vitamina B12 (cianocobalamina, maltodestrine); Coloranti : E171, E110, E124; Acido Folico

COMPOSIZIONE BE-TOTAL PLUS COMPRESSE

RDA di riferimento* Multicentrum* Supradyn* Be-total plus
Vitamina A mcg 800 800 mg 1000 mcg –
Vitamina D mcg 5 5 mcg 10 mcg –
Vitamina E mg 12 15 mg 10 mg –
Vitamina K mcg 75 30 mcg – –
Vitamina C mg 80 100 mg 150 mg –
Tiamina mg 1.1 1,4 mg 20 mg 1,4 mg
Riboflavina mg 1,4 1,75 mg 5 mg 1,6 mg
Niacina mg 16 20 mg 50 mg 18 mg
Vitamina B6 mg 1,4 2 mg 10 mg 3 mg
Folacina mcg 200 200 mcg – 100 mcg
Vitamina B12 mcg 2.5 2,5 mcg 5 mcg 1,5 mcg
Biotina mcg 50 62.5 mcg 2,3 mg –
Acido pantotenico mg 6 7.5 mg 11,6 mg 9 mg
Potassio mg 2000 – – –
Cloro mg 800 – – –
Calcio mg 800 162 mg 51 mg –
Fosforo mg 700 125 mg 45 mg –
Magnesio mg 375 100 mg 5 mg –
Ferro mg 14 5 mg 1,25 mg –
Zinco mg 10 5 mg 0,5 mg –
Rame mg 1 500 mcg 100 mcg –
Manganese mg 2 2 mg 0,50 mg –
Fluoruro mg 3.5 – – –
Selenio mcg 55 30 mcg – –
Cromo mcg 40 40 mcg – –
Molibdeno mcg 50 50 mcg 0,10 mg –
Iodio mcg 150 100 mcg – –

* Razioni giornaliere raccomandate (RDA) secondo il decreto ministeriale 18/3/09 che, recependo la direttiva 2008/100, stabilisce le nuove RDA per vitamine e minerali.

* Multicentrum per adulti (una compressa)
* Supradyn (una compressa effervescente)
* Be-total plus (una compressa)

QUANDO ASSUMERE IL Be-Total PLUS ?

La casa produttrice suggerisce l’assunzione dell’integratore Be-Total plus:
1.Nei periodi di stress psico-fisico dovuti a superlavoro, nei periodi di intenso studio ed esami per migliorare la memoria e la concentrazione;
2.Nella crescita (processi di crescita corporea e pubertà);
3.In particolari situazioni di carenze da ridotto apporto, per diete dimagranti, scorrette o forzatamente monotone ovvero per aumentati fabbisogni;
4.Nei vegetariani stretti;
5.Nelle donne in età fertile che possono avere un maggiore bisogno di acido folico per cautelare una regolare gravidanza;
6.Durante malattie che richiedono impiego di antibiotici;
7.Per persone anziane con carenze nutrizionali

COSA DICONO GLI STUDI A RIGUARDO?

Compito particolarmente arduo è districarsi tra le centinaia di articoli presenti in letteratura, che hanno testato l’efficacia degli integratori multivitaminici. Per quanto il loro utilizzo sia particolarmente alto, soprattutto tra la popolazione sana, non si è infatti certi dell’effettiva veridicità di tutti i benefìci ad essi ascritti e tanto pubblicizzati dalle case produttrici; a proposito di questi presunti effetti, infatti, non esistono ancora evidenze sperimentali significative e soprattutto univoche.
Allora come interpretare tutti questi dati controversi?
Per mettere un po’ di chiarezza a riguardo, è possibile partire dalle motivazioni che spingono i consumatori verso l’uso indiscriminato di prodotti come il Be-total plus, e valutare le risposte dal mondo scientifico.

Assumere multivitaminici come il Be-total per prevenire i tumori

Nonostante siano tantissimi gli studi a riguardo, nella maggior parte dei casi si conclude con una frase tipica “sono necessari ulteriori studi per chiarire il reale effetto”. Questa classica dicitura, che scarica da ogni tipo di responsabilità oggettiva il team di esperti al lavoro, contribuisce a rendere ancor più problematico il quadro attuale, senza fornire indicazioni tangibili al consumatore. Tutti questi dubbi si fanno poi ancor più intricati considerando che nella maggior parte dei casi si parla semplicemente di multivitaminici, come se tutti i vari integratori sul mercato fossero uguali per composizione.

Non bisogna dare troppa importanza alla precedente affermazione, visitate nuovamedicina.com ( Hamer ) 

Nel caso specifico del Be-total, pur potendo definire il prodotto in questione un integratore multivitaminico generico, è necessario considerare che si tratta esclusivamente di vitamine del gruppo B, prive di altre sostanze ad effetto antiossidante per le quali in alcuni studi si è riscontrata una reale capacità protettiva nei confronti di varie neoplasie, come quelle a carico dell’apparato gastro-intestinale. Per concludere, quindi, a parte pochi studi, la supplementazione con vitamine del gruppo B (soprattutto quando si parte da una condizione fisiologica), non sembra presentare alcun effetto preventivo nei confronti delle malattie tumorali, mentre sembra poter sostenere l’organismo durante terapie farmacologiche di vario tipo.

Assumere multivitaminici come il Be-total per prevenire le patologie croniche

Anche in questo caso, partendo dall’assunto che non tutti i multivitaminici testati sono uguali, e che in questo caso si parla soltanto di vitamine del gruppo B, non si è ancora giunti ad un risultato univoco. Tuttavia, il National Institues of Healt ed altri luminari del mondo scientifico, dopo anni (quasi un decennio) di sperimentazione controllata, sembrano concordare sull’assenza di un reale beneficio nella prevenzione delle patologie croniche e degenerative da parte delle vitamine del gruppo B.

Assumere multivitaminici come il Be-total per migliorare le capacità cognitive

Al contrario di quanto detto precedentemente, il mondo scientifico sembra essere quasi unanime nel sostenere l’incapacità di complessi multivitaminici di vario genere (Be-total incluso) nel migliorare le capacità cognitive, anche quando l’integrazione si protrae per periodi prolungati (fino a 6 mesi).

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Août
29
Carla T. Fit. + pesistica
Alimentazione: albume d’uovo
Alimentazione - Official Group
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Alimentazione: albume d’uovo; Proprietà Nutrizionali

 

L’albume d’uovo, per le sue caratteristiche nutrizionali, è un alimento importante per la dieta dell’uomo.

Albume

Tuorlo d’uovo

Alimentazione: albume d'uovo

Alimentazione: albume d’uovo

A differenza del tuorlo, l’albume è praticamente privo di grassi e colesterolo; per questo motivo è adatto anche all’alimentazione di chi soffre di ipercolesterolemia o di calcolosi della colecisti.

L’albume d’uovo è infatti composto principalmente da acqua e proteine. Al suo interno sono inoltre presenti sali minerali (magnesio, sodio e potassio), vitamine del gruppo B, e glucidi (soprattutto glucosio).

% Uovo intero % Acqua % Proteine % Lipidi % Glucidi % Minerali Kcal
Guscio 8,5-10,5 1 4 – – 95 –
Albume 60-66 87-89 10,7 – 0,4-0,5 0,5-0,7 43
Tuorlo 24-30 46,5-48,5 15,8 29,1 0,15-0,25 1,1-1,6 325
Albume + Tuorlo 90-92 74-76 12,4 8,7 0,3-0,4 0,8-1 128

Composizione Valori Nutrizionali

 

La sua composizione nutritiva lo rende un prezioso alimento anche per gli atleti. Non a caso in commercio si trovano molti prodotti a base di albume d’uovo (pasta proteica, barrette, proteine dell’uovo ecc.).

Uovo (100 g) Albume (100 g) Tuorlo (100 g)
Proteine 12,4 10,7 15,8
Lisina 880 725 1250
Istidina 298 235 394
Arginina 767 603 1103
Acido aspartico 1209 1060 1524
Treonina 623 500 826
Serina 842 702 1170
Acido glutammico 1508 1329 1885
Prolina 496 417 685
Glicina 419 371 490
Alanina 719 659 878
Cistina 323 312 328
Valina 823 732 993
Metionina 437 422 422
Isoleucina 657 572 842
Leucina 1041 862 1347
Tirosina 503 448 663
Fenilalanina 662 626 707
Triptofano 197 171 237

Digeribilità e Avidina 

L’albume, al contrario di molti altri alimenti, compreso il tuorlo, possiede scarsa digeribilità allo stato crudo. La cottura, coagulando le proteine, facilita l’azione degli enzimi digestivi e neutralizza l’avidina, una proteina che lega la vitamina H (biotina), impedendone l’assorbimento intestinale.

Per le proteine del tuorlo vale il discorso opposto: se consumate crude sono ben digerite, mentre se sottoposte a cottura eccessiva risultano di difficile digestione.

La cottura o la pastorizzazione delle uova è comunque fondamentale per allontanare il pericolo di infezioni (salmonellosi in primis). All’interno dell’albume sono infatti presenti proteine con azione antisettica, come il lisozima, la cui funzione battericida va affievolendosi mano a mano che l’uovo invecchia.

CONTENUTO PROTEICO DELL’ALBUME D’UOVO

Proteina % Funzione
Ovoalbumina 54 Nutriente, coagulante, blocca gli enzimi digestivi
Conalbumina 13 Potere coagulante e fissazione del ferro e flavoproteina
Ovomucoide 11 Blocca gli enzimi digestivi, in particolare la tripsina
Ovoglobulina 8 Potere montante (schiumogeno)
Lisozima 3,5 Digerisce la parete batterica, potere montante
Ovomucina 1,5 Responsabile dell’albume denso, stabilizza la schiuma, azione antivirale
Flavoproteina 0,8 Lega e trasporta la riboflavina dal sangue all’uovo
Avidina 0,05 Lega la biotina impedendone l’assorbimento intestinale
Altre proteine 8,15

La composizione proteica dell’albume può causare manifestazioni allergiche nei bambini, per questo motivo andrebbe introdotto con gradualità nella dieta dell’infante.

Torta di Albumi – Angel Cake

Una torta soffice a base di albumi con tante proteine e pochissimi grassi. Solo farina, albumi e un po’ di zucchero.

Alimentazione: albume d'uovo

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Août
26
Carla T. Fit. + pesistica
Alimentazione: Parliamo di carne bianca
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La carne bianca; Alimentazione: Parliamo di carne bianca

Alimentazione: Parliamo di carne bianca

• Scaloppine di pollo al limone

La carne bianca (pollo, tacchino, coniglio, arista di suino) è ricca di proteine nobili (indispensabili all’organismo, per esempio, per rinnovare i tessuti e per la formazione degli ormoni, degli enzimi, degli anticorpi) e di aminoacidi ramificati (utili nel metabolismo dei muscoli e nel promuovere lo smaltimento delle tossine che si formano quando un organismo svolge un intenso lavoro atletico).

Alimentazione: Parliamo di carne bianca

Nonostante l’aspetto bianco della carne, 100 grammi di pollo e tacchino contengono rispettivamente 1,5 e 2,5 grammi di ferro, valori più o meno equivalenti alla carne di bovino.

La carne di pollo ha il vantaggio di essere più facilmente masticabile e digeribile, soprattutto se cucinata in modo semplice (arrosto, ai ferri, lessata). La tenerezza del pollo è dovuta alla struttura delle fibre muscolari che presentano un diametro di circa 45-48 micron, una misura inferiore a quella delle carni bovine (73-75 micron), delle carni ovine (50-54 micron) e di quelle suine (90-92 micron). Le carni bianche risultano più agevolmente masticabili e digeribili anche perché hanno una minor presenza di tessuto connettivo, un consiglio è quello di non esagerare nei condimenti e nei sughi.

Meno grassi

Un’altra caratteristica delle carni bianche riguarda la ridotta presenza di grassi: solo l’1% nel petto di pollo e l’1,5% nel tacchino (senza pelle). Il basso contenuto di grassi, (che tra l’altro sono concentrati nella pelle, facilmente eliminabile), riduce l’apporto calorico di queste carni, rendendole ideali per chi tiene sotto controllo il peso corporeo. Comunque, il grasso di pollo e tacchino ha caratteristiche più vicine ai grassi di origine vegetali, infatti, nella sua composizione predominano gli acidi grassi polinsaturi (acido linoleico e linolenico), e contiene molto meno colesterolo.

Polli allora e ora…

E’ sbagliato credere che i polli in passato fossero migliori di quelli di oggi perché mangiavano quello che trovavano in terra. Grazie ai progressi della zootecnia (scelta dei riproduttori, mangimi bilanciati, allevamento a terra, macellazione nel rispetto delle norme sanitarie), i polli sono molto più garantiti dal punto di vista igienico e nutrizionale.
Una volta la carne era più soda perché gli animali vivevano più a lungo ed impiegavano più tempo a crescere. Nei polli e nei tacchini non c’è uso di ormoni estrogeni, perché tale impiego può offrire dei vantaggi all’allevatore solo per gli animali di grossa taglia (pollo e tacchino hanno una massa corporea limitata e un ciclo di maturazione di pochi mesi).

composizione di alcuni tipi di carne fresca acqua gr proteinegr lipidi gr glicidi gr ferro mg calorie
pollo intero 68,7 19,1 11 0 1,5 175
petto 75,3 22,5 0,9 0 1,6 97
coscia 74,2 17,9 6,5 0 2 130
tacchino petto 70,2 22 4,9 0,4 2,5 134
coscia 69,2 20,9 11,2 0,4 2,5 186
ala 68,2 22,3 11,5 0 2,5 193
vitello 76,9 20,7 1 0 2,3 92
Bovino adulto magra 72,1 20,7 5,1 0 2,3 129
semi grassa 64,8 18,8 15,4 0 2,1 214
grassa 52,1 15,8 29,2 0 2 330
Maiale magro bistecca 74 18,3 3 0 1,5 100
coscio 75,3 18,7 3 0 1,6 102
Maiale grasso magra 72,5 19,9 6,8 0 1,7 141
semi grassa 60 17,2 22,1 0 1,4 268
grassa 49 14,5 37,3 0 1,2 394

 

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Août
4
Carla T. Fit. + pesistica
Alimentazione: aglio e le sue proprietà
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Alimentazione: aglio e le sue proprietà. L’aglio proviene dall’Asia centrale (Iran e Afganistan), ma esso è coltivato e ben noto in tutto il mondo fin dall’antichità, dalla Cina all’India, all’Egitto.

Alimentazione: aglio e le sue proprietà

Attualmente, in Italia, sono adibiti alla coltivazione dell’aglio circa 4500 ettari, specialmente in Campania, Sicilia, Emilia Romagna e Veneto.

Coltura

L’aglio è piuttosto resistente al freddo ( fino a -15°C), per cui può venire piantato in autunno ( ciclo di coltivazione di 240-270 giorni) o in primavera, a fine febbraio (ciclo di 140-160 giorni). Si piantano i bulbilli ad una profondità di 2-4 cm L’impianto è abbastanza fitto: 10-15 cm sulla fila e 20-30 cm tra le file, o di più in caso di consociazione.

Si può coltivare nelle zone temperate, ma anche in collina e in zone riparate di montagna. E’ resistente alla siccità, per cui non abbisogna di irrigazioni. Preferisce i terreni sciolti e ben drenati, capaci di smaltire velocemente l’acqua in eccesso,per evitare marciumi; il pH ottimale è tra 6 e 7. Riguardo alla concimazione è meglio non eccedere e attuarla sul terreno prima dell’impianto; l’aglio beneficia di apporti di zolfo, infatti le sostanze contenute che gli conferiscono il particolare odore, contengono zolfo Nelle varietà con infiorescenza è indispensabile toglierla per consentire la crescita del bulbo.

La raccolta

La raccolta dei bulbi si fa quando la parte aerea comincia a seccarsi e si piega, poi i bulbi si fanno seccare, ma non troppo a lungo, si puliscono dal terriccio e si mettono in luogo arieggiato al riparo dal sole (2-3 settimane) poi si mettono in magazzino.

Resa in 10 m2 :si raccolgono dai 5 ai 15 Kg di bulbi asciutti

In campoalimentare l’aglio è usato per minestre, contorni, arrosti di carne o piatti di insaccati. Consumare aglio crudo fa però assumere all’alito un aroma persistente e non sempre gradito, che si può attenuare masticando qualche seme di finocchio o di cumino o di anice verde oppure 1-2 chicchi di caffè.

In agricoltura l’aglio si usa come pianta repellente e per consociazioni in agricoltura biologica.
Aglio: Storia e proprietà

Vedi anche: Aglio – proprietà e fitoterapia – aglio in erboristeria: proprietà dell’aglio – Proprietà dell’aglio – Fitoterapia

Nell’antico Egitto l’aglio era considerato un alimento dalle proprietà terapeutiche in grado di migliorare la resistenza e la forza degli schiavi che costruivano le piramidi.

Molti secoli fa i medici greci Ippocrate e Dioscoride lo raccomandavano per curare disturbi digestivi, lebbra, cancro, ferite, infezioni e problemi cardiaci. Durante il secondo conflitto mondiale i medici dell’esercito russo, rimasti a corto di medicinali, adoperavano l’aglio per curare i soldati feriti.

aglio integratore

Alcuni studi hanno dimostrato che l’integrazione di aglio negli animali ha il duplice effetto di aumentare il testosterone e di ridurre il cortisolo. Pertanto l’aglio sembra essere in grado di aumentare la crescita muscolare.

L’aglio ha inoltre effetti positivi sul sistema circolatorio.

Insieme all’attività di riduzione del colesterolo e dei trigliceridi, l’aglio evidenzia un’importante azione antiaggregante piastrinica, antitrombotica e normalizzante la pressione arteriosa. Come tale, agisce quindi contemporaneamente su più fattori di rischio aterosclerotico.

Alcuni botanici ritengono che l’aglio sia originario dell’Asia centrale.

L’aglio contiene potenti sostanze chimiche che rimangono isolate finchè non viene tagliato o schiacciato. Quando queste sostanze vengono in contatto tra loro si sprigiona, l’allicina una molecola che dà all’aglio il tipico gusto e aroma.

L’unico svantaggio? Beh, che vi piaccia o no, dopo aver mangiato aglio, il suo forte odore conferirà al vostro alito la caratteristica fragranza da molti ritenuta sgradevole. Potete mascherare il tutto masticando qualche foglia di prezzemolo o alcuni chiodi di garofano, oppure facendo dei risciacqui con collutorio.

Un’ultima considerazione: non abbuffatevi di aglio, la moderazione è la chiave di tutto, se per esempio assumete troppo aglio crudo per lunghi periodi correte il rischio di sviluppare problemi intestinali ed anemia.

Août
1
Carla T. Fit. + pesistica
Alimentazione: Alcool e Sport, binomio perdente
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Alimentazione: Alcool e Sport, binomio perdente;    Con la sua azione l’alcol influenza negativamente la prestazione sportiva. Ovviamente i suoi effetti sono dose dipendenti e se piccole quantità (30-40 grammi al giorno per gli uomini e 20-30 g/die per le donne) sono tutto sommato tollerabili, dosi elevate possono compromettere seriamente la performance sportiva.

Alimentazione: Alcool e Sport, binomio perdente

Alimentazione: Alcool e Sport, binomio perdente

L’alcoletilico, malgrado l’elevato valore energetico, non può essere considerato un nutriente.

Nel fegato l’ossidazione di 1 grammo di alcol libera comunque un’elevata quantità di energia (7 kcal, contro le 4 Kcal di carboidrati e proteine e le 9 kcal dei grassi).

Occorre tuttavia precisare che il grado alcolico riportato in etichetta non corrisponde ad 1 g di alcol bensì ad 1 ml di etanolo che sviluppa all’incirca 5,6 Kcal.

L’alto contenuto calorico dell’alcol non è che uno dei tanti effetti negativi di questa sostanza che con la sua azione altera gran parte delle reazioni metaboliche che avvengono nel nostro organismo. Vediamo nei dettagli le più importanti.

Metabolismo dei carboidrati: inibizione della glicogenosintesi e stimolazione della gliconeolisi con conseguente depauperamento precoce delle scorte glucidiche.

Sistemi tampone: l’alcol favorisce la produzione e l’accumulo di composti acidi come il lattato e i corpi chetonici abbassando, di conseguenza, il pH del sangue. Ricordiamo che l’acidosi metabolica (abbassamento del pH ematico) è responsabile di sintomi come stanchezza, cefalea, nausea, vomito e può condurre al coma.

Sangue: l’alcol diminuisce l’efficienza nel trasporto ematico del ferro, un minerale coinvolto nei processi di produzione dell’ATP e nel trasporto dell’ossigeno. In particolare con la sua azione altera la sintesi delle diverse isoforme di transferrina. Tale proteina è coinvolta nel trasporto del ferro dalla sede di assorbimento a quella di utilizzo o di deposito (in particolare il fegato).

L’alcol causa un minor assorbimento della vitamina B12 e dei folati. Queste due sostanze sono fondamentali perché regolano alcuni processi fisiologici importanti. Una loro carenza implica un aumento di volume delle emazie (globuli rossi) predisponendo il soggetto all’anemia megaloblastica e a danni al sistema nervoso.

L’alcol è particolarmente tossico per i mitocondri, gli organuli cellulari che producono energia.

Tra l’altro i mitocondri sintetizzano l’eme un complesso chimico presente nell’emoglobina in grado di legare l’ossigeno. Associando il declino nella produzione di eme al ridotto assorbimento della vitamina B12 e all’alterazione della transferrina il trasporto di ossigeno ai tessuti viene seriamente compromesso.

Tale alterazione influenza negativamente la prestazione sportiva soprattutto nelle attività di resistenza come la corsa ed il ciclismo.

L’alcol riduce inoltre livelli di testosterone limitando la sintesi proteica fino a 24 ore dopo il suo consumo, di conseguenza l’abuso di questa sostanza compromette l’incremento della massa muscolare.

Effetti sul sistema nervoso centrale: alterazioni nella contrazione muscolare, peggioramento dei riflessi, del tempo di reazione e delle capacità coordinative.

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Juil
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Carla T. Fit. + pesistica
Alimentazione: cibo e abbronzatura
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Alimentazione: cibo e abbronzatura;  Per ottenere un’abbronzatura intensa e uniforme è buona regola assumere alimenti ricchi in acqua, sali minerali e vitamine.

Alimentazione: cibo e abbronzatura

 

Alimentazione: cibo e abbronzatura

Acqua

L’acqua è molto importante per mantenere la cute idratata e reintegrare le grosse perdite di liquidi causate dalla sudorazione.

Abbronzatura artificiale

Chi non vuole rinunciare all’abbronzatura nemmeno durante i mesi invernali, può ricorrere alle lampade artificiali.
Le lampade abbronzanti, così come i raggi ultravioletti, possono avere delle ripercussioni negative sul nostro organismo… Basta non esagerare, e procedere ad una abbronzatura in modo progressivo con tali lampade, e si eviteranno spiacevoli inconvenienti.

Le carote

Il beta carotene è il nutriente più importante in quanto stimola la formazione di melanina. Tale sostanza oltre a regalarci un colorito più scuro, protegge la pelle dagli effetti negativi delle radiazioni solari.

Tra le numerose altre virtù del beta carotene ricordiamo anche il forte potere antiossidante e la capacità di rafforzare il sistema immunitario e proteggere quello cardiovascolare.

Tra gli alimenti a maggior contenuto di carotenoidi il posto d’onore spetta alla carota, che contiene ben 1200 microgrammi di vitamina A ogni cento grammi di prodotto (più del doppio della razione giornaliera raccomandata). In generale il beta carotene abbonda nei vegetali gialli, arancioni e verdi come pesche, albicocche, angurie, broccoli, rucola e meloni.

Antiossidanti

Gli antiossidanti, sono in grado di proteggere la pelle dall’invecchiamento cutaneo e dagli effetti dannosi dei raggi U-V. Questa classe di sostanze, tra cui ricordiamo le vitamine A, C, E, il selenio e il coenzima Q-10, sono presenti in gran parte degli alimenti di origine vegetale.

Acqua, frutta e verdura devono dunque avere un ruolo primario, senza dimenticare di assumere anche gli altri nutrienti nelle giuste proporzioni.

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Alimentazione: Concetti sulla disidratazione
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Alimentazione: Concetti sulla disidratazione;

Osmolarità e disidratazione

Caratteristiche della bevanda ideale contro la disidratazione

Alimentazione: Concetti sulla disidratazione

 

Alimentazione: Concetti sulla disidratazione

 

La bevanda ideale per fronteggiare la disidratazione deve possedere diverse caratteristiche:
• innanzitutto un sapore gradevole;
•dev’essere facilmente assorbibile senza causare problemi gastrointestinali;
•deve quindi essere moderatamente refrigerata (8-13°C), isotonica e mai iperosmolare;
•deve infine contenere una minima quantità di carboidrati (5-7%), non superiore al 10%.

Per questo motivo l’acqua ed una dieta ricca di vegetali sono molto utili per prevenire la disidratazione, ma quando questa è già insorta o è probabile che faccia la sua comparsa (sudorazione severa ecc.) è molto meglio sorseggiare bevande appositamente formulate. La sola acqua, infatti, potrebbe non solo essere insufficiente ma addirittura controindicata (possibile causa di iponatremia).

Tipo di bevanda Contenuto Indicazioni
Ipotonica Fluidi, elettroliti ed un basso contenuto in carboidrati Rapida reidratazione, ma poca energia
Isotonica Fluidi, elettroliti ed un 6 – 8% di carboidrati Rapida reidratazione ed energia
Ipertonica Elevato contenuto in carboidrati Scarsa e lenta reidratazione, ma elevata energia

Osmolarità e disidratazione

L’osmolarità di un liquido corrisponde al numero di particelle presenti in soluzione. In una bevanda reidratante queste particelle comprendono i già citati elettroliti (sali) ed i carboidrati, oltre agli immancabili conservanti e dolcificanti artificiali. L’osmolarità del plasma, che in condizioni normali si aggira tra i 280 ed i 330mOsm/kg, è influenzata principalmente da alcuni suoi componenti, come sodio, proteine e glucosio.

Una bevanda, per dirsi isotonica, deve avere la stessa osmolarità del plasma (pur cambiando il tipo di soluti). Al contrario, si definiscono ipotoniche ed isotoniche quelle bevande aventi, rispettivamente, una osmolarità inferiore o superiore.

Il consumo di bevande ipotoniche, come l’acqua ed in particolare quella a basso residuo, diminuisce l’osmolarità plasmatica (diluisce i soluti del sangue) e tende a ridurre la sensazione di sete prima che i livelli idrici si siano ripristinati. Le bevande ipertoniche, invece, per le leggi dell’osmosi, richiamano liquidi nel lume intestinale, aggravando la disidratazione e diventando fonte di possibili disordini intestinali (diarrea).

Appurato che la bevanda ideale per combattere la disidratazione dev’essere isotonica o leggermente ipotonica, è bene ricordare che la maggior parte degli sport drink rispetta tale direttiva (in tal caso l’aggettivo “isotonica” o “isosmolare” è chiaramente riportato in etichetta). Si può preparare una sana e gustosa bevanda reidratante anche miscelando cinque cucchiai di zucchero da tavola per ogni litro di acqua ed aggiungendovi un pizzico di sale (1g) e 100 ml di succo d’arancia concentrato. Tra gli scaffali dei supermercati o in negozi specializzati, sono inoltre disponibili integratori salini in polvere che vanno sempre aggiunti alle bevande nei dosaggi riportati in etichetta. Quando questi vengono superati, infatti, l’elevata concentrazione salina richiama liquidi a livello intestinale per gradiente osmotico, sottraendoli al plasma, causando diarrea ed aggravando lo stato di disidratazione corporea.

Il sudore è una soluzione acquosa in cui si trovano minerali, come sodio, cloro, magnesio e potassio. Il sudore è un LIQUIDO IPOSMOTICO, cioè con una OSMOLARITÀ (concentrazione delle particelle presenti in soluzione, o soluti) inferiore a quella di tutti gli altri liquidi corporei; il sudore ha infatti una concentrazione di 80-180 mOsm/l rispetto a 280-330 mOsm/l del plasma. La sudorazione, pertanto, determina sempre una perdita di acqua in eccesso rispetto alla perdita di sali.

Per quanto detto è bene che la bevanda reidratante abbia una concentrazione uguale (isotonica) o leggermente inferiore (ipotonica) a quella del plasma.

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Alimentazione: Concetti sulla disidratazione Alimentazione: Concetti sulla disidratazione Alimentazione: Concetti sulla disidratazione Alimentazione: Concetti sulla disidratazione Alimentazione: Concetti sulla disidratazione Alimentazione: Concetti sulla disidratazione Alimentazione: Concetti sulla disidratazione Alimentazione: Concetti sulla disidratazione Alimentazione: Concetti sulla disidratazione Alimentazione: Concetti sulla disidratazione Alimentazione: Concetti sulla disidratazione Alimentazione: Concetti sulla disidratazione Alimentazione: Concetti sulla disidratazione 

Juil
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Carla T. Fit. + pesistica
Fitness: Considerazioni sulla bocca secca
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Fitness: Considerazioni sulla bocca secca     Avere la bocca secca di tanto in tanto è un fenomeno del tutto normale, spesso frutto di una leggera disidratazione causata dal troppo sudore, dallo scarso apporto di liquidi o dall’eccessiva ingestione di alcolici o alimenti salati. Ricordiamo che in condizioni normali le ghiandole salivari producono e secercono circa un litro – un litro e mezzo di saliva al giorno.

Fitness: Considerazioni sulla bocca secca

Fitness: Considerazioni sulla bocca secca

 

Cause di Bocca Secca

Per descrivere quello che il paziente riferisce con l’espressione “bocca secca” i medici utilizzano il termine xerostomia, un disturbo che può alterare il normale sapore dei cibi, rendere difficile la fonazione e predisporre alla carie dentale. La saliva, infatti, è in grado di tamponare l’acidità della bocca e contiene alcune sostanze ad azione antimicrobica. La bocca secca può inoltre rendere difficoltosa la deglutizione, mentre i processi digestivi non subiscono particolari conseguenze negative (il mancato intervento dell’amilasi salivare è ampiamente compensato da quella pancreatica). Oltre alla secchezza delle mucose orali, il paziente può lamentare mal di gola, labbra screpolate, sete continua, difficoltà a parlare, alitosi, malattie gengivali ed infezioni fungine della bocca (vedi candidosi orale o mughetto).

Oltre a quelle alimentari, la bocca secca può avere origini iatrogene, legate cioè all’assunzione di determinati medicinali. La lista dei farmaci incriminati è piuttosto lunga ed include in particolare i prodotti farmaceutici utilizzati per il trattamento della depressione, dell’ansietà , del morbo di Parkinson, dell’obesità (sibutramina, fendimetrazina, derivati amfetaminici), dell’incontinenza urinaria e del cancro (chemioterapia), ma anche narcotici, antistaminici – decongestionanti, antipertensivi (diuretici), antidiarroici e miorilassanti.

Il tabacco (fumato o masticato), l’esercizio fisico eseguito respirando con la bocca ed il parlare o il cantare troppo a lungo, possono aggravare la sensazione di bocca secca. In altri, casi l’inaridimento può essere determinato dall’abuso di stupefacenti, come marijuana, cocaina, efedrina e amfetamine, o di alcol (che ha un effetto disidratante sull’organismo). Un’ostruzione nasale (deviazioni del setto, riniti allergiche, poliposi nasale ecc.), che costringa il paziente a respirare con la bocca, può renderla riarsa al pari delle condizioni sopraelencate.

Tra le malattie responsabili di secchezza delle fauci spicca la sindrome di Sjogrens, seguita dal comune diabete e da quello insipido, dal morbo di Parkinson, dagli orecchioni (parotite), dalla fibrosi cistica e da disturbi psicologici (depressione ed ansietà); la sensazione di bocca secca può essere percepita anche da pazienti affetti dal morbo di Parkinson o che hanno subìto un infarto. Quando la bocca secca si accompagna a sudorazione eccessiva e spiccata magrezza può essere spia di una malattia della tiroide chiamata ipertiroidismo. La bocca secca può essere causata anche dalla lesione delle ghiandole salivari, ad esempio per un trauma alla testa, per un intervento chirurgico o per radioterapia localizzata al collo e al capo (in tal caso la lesione può essere irreversibile).

Diagnosi

Per la diagnosi di xerostomia il medico o il dentista esaminano con cura la storia clinica del paziente ed i sintomi che lamenta; un’attenta ispezione della cavità orale e la palpazione del collo e delle guance – eventualmente associata ad esami ematici o a tecniche di imaging (diagnostica per immagini) – potranno eventualmente aiutarlo ad identificare le origini del problema. A livello casalingo la bocca secca può essere “diagnosticata” ingerendo dei cracker o del riso secco: se si hanno difficoltà a masticare o a deglutire il test viene considerato “positivo”.

Trattamento

Il trattamento della xerostomia viene personalizzato in relazione alle cause di origine. Per esempio, il medico può decidere di sospendere determinati medicinali e sostituirli con altri. Risciacqui orali con appositi collutori, applicazione di umettanti artificiali in spray (Xerotin, Secriva), capaci di mimare l’effetto della saliva (utili soprattutto prima dei pasti) e l’adozione di altre misure palliative ritenute secretivo-stimolanti (chewingum o confetti, rigorosamente senza zucchero), rappresentano una strategia di intervento generalizzata. Il paziente, dal canto suo, deve mantenere un’adeguata igiene orale e correggere eventuali abitudini cosiddette viziate, abolendo il fumo, cercando di respirare con il naso anziché con la bocca, aumentando l’apporto di liquidi e umidificando gli ambienti in cui soggiorna. Quando le ghiandole salivari sono sane, il trattamento della bocca secca può avvalersi di appositi farmaci scialagoghi, come l’anetoltritione (Sulfarlem) e la pilocarpina (Salagen), che aumentano il flusso della saliva.

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Alimentazione: Il Mito della dieta dello yogurt
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Alimentazione: Il Mito della dieta dello yogurt    Dieta dello Yogurt: Perché è pessima?

Dieta dello Yogurt: di Cosa si Tratta?

Alimentazione: Il Mito della dieta dello yogurt

Si tratta dell’ennesimo tentativo di standardizzare un regime alimentare dimagrante, che possa far presa su un pubblico di persone poco preparate sull’argomento e verosimilmente insoddisfatte dalla propria immagine corporea.

Alimentazione: Il Mito della dieta dello yogurt

La dieta dello yogurt, come molte altre “diete usa e getta”, è una strategia nutrizionale che gravita intorno alla composizione chimica di un singolo prodotto e che consente l’utilizzo di pochi altri alimenti (quel tanto che basta per schivare gli effetti collaterali più significativi).
Gli obbiettivi di questo regime alimentare sono esclusivamente di tipo estetico; chi la suggerisce descrive: un miglioramento dell’aspetto cutaneo, una riduzione del gonfiore addominale, un rapido dimagrimento e l’aumento della regolarità intestinale.
Lo squilibrio nutrizionale della dieta dello yogurt è ben evidente e verrà descritto con maggior accuratezza nell’ultimo capitolo. Per il momento, cerchiamo di capire qual è il vero ruolo dello yogurt nell’alimentazione umana.

Yogurt nella Dieta… Tutta un’Altra Faccenda!

 

E’ davvero un peccato che la “reputazione” di un alimento ricco, gustoso e utile come lo yogurt venga compromessa per motivi così futili.
Praticando la dieta dello yogurt ci si rende conto fin dai primissimi giorni dell’impraticabilità e della monotonia che la caratterizzano. Questo va a discapito delle abitudini nutrizionali dei mal capitati che, il più delle volte, dopo aver trangugiato dai 3 ai 7,5kg di yogurt in una settimana, lo cancellano dalla propria dieta anche per lunghi periodi.
Al contrario, lo yogurt è un alimento estremamente utile nell’alimentazione dell’essere umano, giovane, adulto o anziano che sia. Per le persone blandamente intolleranti, lo yogurt rimpiazza il latte animale grazie al suo minor contenuto di lattosio; ovviamente, ciò non può avvenire per chi manifesta sintomi tossici gastro-intestinali più importanti e fastidiosi.
Detto questo, molti lettori si chiederanno: Qual è la funzione nutrizionale dello yogurt? La risposta è articolata, poiché diversi sono gli aspetti positivi del GIUSTO consumo di yogurt; vediamoli uno per volta:

Proteine

1.Lo yogurt è una fonte eccellente di proteine ad alto valore biologico (caseine e proteine del siero). Questo parametro misura il contenuto di amminoacidi essenziali, così definiti perché l’organismo non è in grado di sintetizzarli autonomamente in quantità sufficienti.

calcio e fosforo

2.Lo yogurt è una fonte eccellente di calcio e fosforo. Come tutti i derivati del latte, contiene ottime concentrazioni di questi sali coinvolti nella mineralizzazione ossea. Ciò significa che la funzione dietetica dello yogurt acquisisce maggior importanza in fase di sviluppo scheletrico (prevenzione dell’osteoporosi) e in seguito alla menopausa (eventuale rallentamento del processo osteoporotico).

Vitamine

3.Lo yogurt è una fonte eccellente di vit. B2 o riboflavina. Questa vitamina idrosolubile, anche detta lattoflavina, è il precursore essenziale di due coenzimi (FMN e FAD) necessari a varie reazioni cellulari.
Non mancano anche buone concentrazioni di retinolo o vit. A (liposolubile), coinvolta nel differenziamento cellulare e nel mantenimento della funzione visiva e del sistema immunitario

nelle diete a regime

4.Lo yogurt, pur essendo un alimento che apporta buone dosi colesterolo e che possiede una prevalenza di acidi grassi saturi, viene prodotto anche da latte parzialmente scremato o scremato. Ciò migliora sensibilmente la sua pertinenza dietetica in quanto: non incide sul potenziale aterogeno complessivo e contribuisce a moderare l’apporto energetico totale della dieta (aspetto da non sottovalutare nei regimi calorici per la cura dell’obesità).

fermenti lattici vivi

5.Lo yogurt è un alimento “vivo”, in quanto fermentato da ceppi batterici chiamati volgarmente “lattobacilli”. Questi microorganismi, oltre a ridurre il contenuto in lattosio con produzione di acido lattico, favoriscono una sorta di pre-digestione (idrolisi) delle proteine; entrambe queste caratteristiche (ancor più nei prodotti scremati) favoriscono sensibilmente il coefficiente di digeribilità. Inoltre, pare che questo genere di batteri sia responsabile del miglioramento compositivo della flora batterica intestinale. A dir il vero, con la riduzione del pH gastrico (necessario alla digestione proteica), buona parte di questi microorganismo “probiotici” viene distrutto e non è ancora ben chiaro quanto lo yogurt tradizionale possa incidere sulla “salute intestinale”.

Idratazione

6.Lo yogurt è ricco d’acqua, aspetto determinante nel mantenimento dell’idratazione corporea. Ai più, questa caratteristica potrebbe sembrare superflua; in realtà, nell’ambito di certi regimi alimentari poco equilibrati e caratterizzati dalla scarsa presenza di cibi vegetali freschi, lo yogurt contribuisce a diminuire il rischio di disidratazione

Dieta dello Yogurt: Perché è pessima?

Dopo una breve introduzione sulla scarsa idoneità della dieta dello yogurt all’alimentazione umana, vediamo più nel dettaglio come si dovrebbe strutturare e perché non è consigliabile.
La dieta dello yogurt ha una durata di 5 giorni e “dovrebbe” facilitare la riduzione del peso corporeo (dicono, fino a 3kg in 7 giorni). In realtà, com’è facilmente deducibile, non si tratta di un vero e proprio dimagrimento ed è probabile che una buona parte del peso perduto sia costituita da liquidi corporei; in tal caso, risulta caldamente SCONSIGLIATA soprattutto a chi soffre di pressione bassa!
La dieta dello yogurt prevede 2 giornate modello, delle quali: la prima ripetuta una sola volta e la seconda ben 4 volte. In sintesi (tratto dal testo: “Antologia delle Diete”):

Giorno 1:

•Appena svegli: un bicchiere di acqua tiepida
•Colazione: tè senza zucchero, 300g di yogurt magro
•Pranzo: brodo vegetale, 300g di yogurt magro
•Metà pomeriggio: 300g di yogurt magro, tè senza zucchero, 1 frutto
•Cena: minestrone di verdura, 300g di yogurt magro
•Prima di coricarsi: camomilla senza zucchero, 3 prugne secche

Giorno 2:

•Appena svegli: un bicchiere di acqua naturale
•Colazione: tè amaro, 300g di yogurt magro con 2 cucchiai di cereali
•Pranzo: brodo vegetale, 300g di yogurt magro, 1 frutto
•Metà pomeriggio: 300g di yogurt magro, tè senza zucchero, 1 frutto
•Cena: 200g di pesce al cartoccio, insalata verde con 1 cucchiaio di olio di oliva, spremuta senza zucchero, 1 panino integrale
•Prima di coricarsi: camomilla senza zucchero, 3 prugne secche.

E’ palese che si tratti di un regime alimentare poco equilibrato. Non apporta quote sufficienti di carboidrati, di lipidi, di molti sali minerali (come il ferro) e vitamine (come la vit. E, la K ecc.).

Visto il misero apporto energetico, può compromettere seriamente lo stato di salute di una persona che pratica sport; inoltre, è ancor più rischiosa per le donne gravide e le nutrici. La carenza in ferro, acido folico e cobalamina favorisce (o peggiora) il rischio di anemia e (se protratta), in gravidanza, la dieta dello yogurt può determinare la compromissione dello sviluppo nervoso del nascituro.
Si conclude sconsigliando a tutti di praticare la dieta dello yogurt; parallelamente, invitiamo  i lettori a soffermarsi sulle proprietà nutrizionali dell’alimento che, se consumato al naturale e parzialmente (o totalmente) scremato, trova largo impiego sia nella formulazione della colazione, sia nella scelta del giusto spuntino mattutino e pomeridiano. La razione giornaliera di yogurt, se non associato ad eventuali porzioni di latte, può raggiungere i 250-450g giornalieri (in base al caso specifico).

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Fabio, Sport Masseur
Le diete iperproteiche non fanno male
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Le diete iperproteiche non fanno male; Un mio amico su Facebook mi ha passato un link di uno studio sull’effetto delle diete iperproteiche sui reni, che mostra come vi sia un sovralavoro di filtraggio da parte di questi. Lo studio è una review del 2015, pertanto è di adesso. Perciò possiamo dire che le diete iperproteiche tendenzialmente facciano male.

Le diete iperproteiche non fanno male

Le diete iperproteiche non fanno male

 

Provate a pubblicarle roba del genere su Internet e viene fuori un casino, flames a non finire fra i paleofissati ed il resto del mondo. Non è vero che le proteine fanno male, è che si fanno gli studi sugli obesi, sui malati, c’è uno studio che dice il contrario, non sono le proteine che fanno venire il cancro all’intestino ma il modo di cottura (ma non stavamo parlando dei reni?), bla bla bla.

Ora, voglio dirvi la mia.

Le diete iperproteiche non fanno male. Assolutamente. Ciò che accade è che non si tiene conto di elementi impalpabili, che sembrano delle fesserie, ma che spiegano perché queste diete non facciano male e anche perché poi gli studi non riescono mai a trarre delle conclusioni.

Parto da un estratto di un altro articolo, che ho scritto sempre io e che riporto perché mi serve per poi dire perché non ci sono pericoli.

Le diete iperproteiche non fanno male

Razzolando su Internet si trova tutto, ecco un estratto della carta di rischio del tumore ai polmoni. Ve la faccio breve, si legge così:

· Mettete, ad esempio, il dito indice destro sulla colonna 55-59, cioè l’età del fumatore.

· Mettete il dito indice sinistro sulla riga 30 anni

· Trovate l’incrocio, verde in questo caso cioè basso livello di rischio.

Ciò che l’incrocio dice è: “uno che ha 55-59 anni e che ha iniziato a fumare a 20 anni (perché i salti sono di 10 anni) ma ha smesso a 30 anni, ha una bassa probabilità di ammalarsi di tumore”. Cioè non conta l’età anagrafica, ma gli anni di fumo: chiaro che per avere molti anni di fumo dovete essere sempre più grandi a parità di anno di inizio.

Ok, adesso guardate l’ultima riga, quella “fumatori”, quelli che non hanno mai smesso di fumare. Vedete come il rischio aumenti negli anni?

Ma come si legge? Ecco: “uno che inizia a fumare a 20 anni e non smette mai fino a 40-44 anni ha un basso rischio ma questo cresce nel tempo”. In altre parole uno che inizia a fumare a 20 anni avrà conseguenze oltre i 40 anni.

Questo è un risultato sorprendente: chi studia i tumori polmonari causati dalle sigarette si sorprende, cioè, che non tutti i fumatori della merda che è nelle sigarette sviluppino un tumore? L’organismo umano è cioè così resistente che per alzare bandiera bianca ci mette 20 anni.

Bene. Per morire di tumore ai polmoni a causa delle sigarette ci vogliono in media circa 20 anni. 20 anni di esposizione ad agenti palesemente tossici. Pensate a quanti sono 20 anni. 20 anni mia figlia non era nemmeno un pensiero recondito, i cellulari pesavano quasi un chilo, internet veloce era a 56k forse, youtube e facebook al di là delle più fantascientifiche ipotesi. 20 anni sono un tempo immenso.

Ora, per essere chiari, voi che vi ingozzate di proteine, che “la palestra è la mia vita”, voi che oggi avete 25 anni, anche 30, quanto pensate di andare avanti? Ma certo! Per sempre!

Invece non è così, per la massa di persone (e voi non sapete se siete la massa dei mediocri oppure no). Magari farete così per 1 anno, 2, 3, per tantissimo, per 5, 10 anni. Ma poi saranno pochissimi quelli che insisteranno. Perché… perché è così.

Perché la fissa assurda, la fittonata cosmica, dura tantissimo è vero ma… ma magari questo tantissimo è 5 anni. Chi si trova nella fase-fissa ora dirà che lui per sempre bla bla bla, oppure che si allena da tantissimo e sarà sempre così, si allena magari da ben 5, ma di più, da 10, ma addirittura da 15 anni! Wow…

Il problema è che io, io sì sono un fissato. Io mi alleno da 30 anni, da un tempo immenso. E di gente che la palestra era la loro vita ne ho vista a centinaia. E tutti hanno smesso. Non voglio assolutamente passare da eroe, sono io, sì, un fissato. Io ci ho impostato una vita, io ho avuto crisi familiari per le mie stronzate, io ho fatto cose assurde ai limiti della patologia. E l’ho fatto per decenni eh… e ho visto gli altri.

Ora vi ingozzate di proteine, a 3, 4, 5 grammi pro chilo al giorno, ma fra 5 o anche 10 anni… l’abbozzerete. Ok, magari non tutti. Magari ci saranno fra di voi altri fissati come me, ma statisticamente l’abbozzerete. E se ci vogliono 20 anni per morire di tumore ai polmoni fumando sigarette… ma che cazzo vi farà mai 5 ma anche 10 anni di proteine ingurgitate compulsivamente? Ve lo dico io: NULLA ah ah ah un cazzo di nulla. Alla fine, mica ve le fumate le whey, le idrolizzate, quelle a basso rilascio (boh… non so che ho scritto), e non vi fumate le bistecche.

Ma ancora: fra di voi c’è sicuramente l’equivalente di colui che parla di allenamento e non si allena, quello che dice che fa la dieta ma vai a vedere non la fa ma pensa di farla. Vorrei vedere quelli che dicono che si fanno la fiorentina con l’avocado quante volte se la mangiano… ma che poi quelli fissati con le proteine non fanno altro (in compagnia dei vegani eh…) che proporre gustose ricettine assurde dove compaiono robe assurde, appunto l’avocado, la papaya, salse assurde e così via, cose della sere “semplicissime ricettine” eccerto eccerto.

Li vorrei vedere, sì, davvero…

Perciò, il problema delle diete iperproteiche è un falso problema: statisticamente sono solo fittonate passeggere, anche durassero anni. Ripeto, poi c’è sicuramente quello che si preparerà a vita i contenitori pieni di tonno ricco di omegatre per tutta la settimana, io l’ho fatto eh… ho retto 3 anni (tre anni, non tre mesi) e poi mi sono rotto i coglioni, perché c’è un limite ad essere cretino anche per un fissato. Chi lo fa a vita di mangiare da un contenitore… ecco io credo che il problema non sia il filtraggio glomerulare renale eh…

Perciò, mangiatevi tuuuuuuutte le proteine che volete. Perché la palestra è la vostra vita, perché voi siete quelli intelligenti, mica come la massa degli stupidi che mangia i carboidrati che fanno venire il cancro… per poi ne riparliamo fra 10 anni, che tanto io ci sarò sempre qui a fare il coglione su internet, identico a me stesso (se non mi sono ucciso allenandomi, chiaro) mentre voi sarete nella schiera dei “eh si… sai… il lavoro, mi sono sposato, i figli, e poi non mi andava più”.

Ricordatevelo: sarà la vostra salvezza.

Ah… prima di lasciarvi. Io sono ancora qua perché ho un solo pregio: so che sono un fissato, uno spostato, un disadattato. So che sono tutte cazzate, e cerco di non prendermi troppo seriamente, so che quando mi prende la fittonata è… appunto, una fittonata, come prendere ferie per allenarsi. Non penso di essere nel giusto o di aver ragione. Per questo io sono ancora qua, nel bene e nel male.

DCSS PowerMechanics For Power Lifters parla, per oltre 750 pagine, della biomeccanica dei principali esercizi della palestra: il libro è a colori e ci sono almeno 2 disegni a pagina, oltre 2000 in tutto il libro, rispetto ai 20, 30 di altri libri. Non solo, DCSS è l’unico libro in cui la pubblicità, come è questo articolo, non ha mai frasi del tipo “se vuoi sapere il resto, compra il libro”. Addirittura, la pubblicità è fatta con materiale inedito…
DCSS è stato definito da Boris Sheiko, il più grande allenatore di Powerlifting di tutti i tempi, come “il miglior libro di biomeccanica del Powerliting che abbia mai avuto”. Il libro è difficile, perché gli argomenti sono difficili, ma in questo modo può essere riletto più e più volte. Per questo, è un libro unico.
DCSS è alla 4° ristampa, è stato presentato all’università di Scienze Motorie di Milano e all’università di Scienze Motorie di Verona.

 

https://www.warmfit.com/en_GB/groups/alimentazione-diet/forum/

 

Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male Le diete iperproteiche non fanno male 

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