• 22/04/2016 alle 17:24

    Fibromialgia – Diagnosi e terapia. La diagnosi di FM è a tutt’oggi basata sui criteri dell’American College of Rheumatology (ACR) del 1990 che prevedono la presenza di dolore muscoloscheletrico diffuso (cioè che interessa entrambi i lati del corpo sia nella parte superiore che inferiore e che coinvolge tutta la colonna vertebrale) da almeno 3 mesi associato a dolorabilità di almeno 11 dei 18 tender points illustrati nella figura 1.

    Fibromialgia - Diagnosi e terapia

    Figura 1 

    Fibromialgia Group e Forum

    L’utilizzo di tali criteri ha costituito un importantissimo passo in avanti nella comprensione della FM consentendo di standardizzare la diagnosi e di potere confrontare i lavori scientifici in particolare quelli di tipo epidemiologico.

    Nondimeno i criteri ACR sono comunque criticabili sotto diversi aspetti:

    1. oltre ai 18 descritti esistono nei singoli pazienti molti altri tender points ed in generale ogni inserzione tendinea e ogni muscolo sono potenzialmente dolenti
    2. la dolorabilità dei vari tender points varia spontaneamente anche da un giorno all’altro e stabilire un limite netto negli 11 tender points può comportare che un giorno il paziente rientri nei criteri ed il giorno dopo non sia più così
    3. non sempre i pazienti manifestano dolore in tutti i 4 quadranti del corpo ed è anzi frequente che il paziente descriva il dolore diffuso come “mi fa male tutta la parte destra del corpo” oppure “ho dolore alla schiena e a tutte e due le gambe”
    4. quando la ricerca dei tender points viene eseguita da personale inesperto sono frequenti errori diagnostici (pressione su punti anatomici sbagliati oppure pressione troppo lieve o troppo intensa).

    Occorre sottolineare inoltre l’importanza della diagnosi differenziale in considerazione del fatto che la FM è una sindrome e molti dei sintomi sono aspecifici, così come l’importanza della individuazione di una eventuale patologia associata alla FM. Per tale ragione si consiglia di sottoporre il paziente nel quale si fa una nuova diagnosi di FM ad un controllo laboratoristico che preveda gli esami elencati nella Tabella 2.

    VES, PCR, ANA test
    Emocromo con formula
    CPK, transaminasi
    Anticorpi anti-EBV e anti-HCV
    TSH, FT4
    Tabella 2

    Terapia

    La terapia della FM è radicalmente cambiata negli ultimi 15 anni.

    Per quanto riguarda la terapia farmacologica la grande novità è stata l’introduzione dei farmaci inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRI), utilizzati primariamente come antidepressivi, ma che si è poi visto essere estremamente efficaci su alcune delle manifestazioni della FM, in particolare sulla astenia e sulla insonnia. Oggi il “gold standard” della terapia farmacologica della FM è considerato l’uso di uno dei più recenti SSRI (paroxetina o sertralina), da assumere al mattino, in associazione alla ciclobenzaprina, da assumere in unica dose serale. Da ricordare anche l’importanza dei sali di magnesio che rivestono un ruolo essenziale nel metabolismo muscolare, non tutti i prodotti in commercio sono però ugualmente efficaci in quanto alcuni hanno uno scarso assorbimento. Altri farmaci che vengono correntemente utilizzati nella terapia della FM sono gli antiepilettici (come il gabapentin o il suo derivato pregabalin), gli analgesici centrali (tramadolo e codeina/paracetamolo), alcuni antiparkinsoniani (come il pramipexolo: vedi la sezione News). Grande interesse sta poi suscitando una nuova classe di farmaci antidepressivi, i farmaci inibitori della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina (SNRI), i quali agiscono su di un più ampio spettro di neurotrasmettitori rispetto agli SSRI. Una sola molecola è al momento commercializzata in Italia, la venlafaxina, ed ha già dato buoni risultati in termini di efficacia e tollerabilità. Una seconda molecola sarà al più presto disponibile (duloxetina: vedi la sezione News).

    Per quanto riguarda invece la terapia non farmacologica si può affermare che un radicale cambiamento nella prognosi della FM è stato ottenuto grazie alla terapia di rilassamento muscolare profondo.

    La terapia di rilassamento muscolare profondo

    : la terapia di rilassamento che si utilizza per il trattamento della FM è basata sulle tecniche analogiche ericksoniane, definite “a breve termine” per la rapidità con la quale permettono di ottenere il risultato. Sono tecniche di derivazione psicologica che inducono il rilassamento muscolare riducendo l’iperattività neurovegetativa alla base della FM. Sono basate sull’uso di un linguaggio “analogico” (cioè un linguaggio suggeritivo in grado di attivare ricordi e sensazioni) che ha lo scopo di attivare le funzioni neuropsicologiche tipiche dell’emisfero cerebrale destro. Nel corso del trattamento si conduce il paziente a valutare eventuali tensioni intrapsichiche per poi applicare tecniche verbali di programmazione neurolinguistica al fine di rimuovere le cause di tensione. Il numero di sedute necessarie è generalmente compreso tra 3 e 5 con frequenza settimanale o bisettimanale. Se il paziente riesce ad ottenere un buon rilassamento muscolare, il risultato è solitamente duraturo e non sono richiesti ulteriori trattamenti. L’effetto sulla sintomatologia della FM è progressivo e comporta una attenuazione delle principali manifestazioni (in particolare della astenia e del dolore) ed un miglioramento della qualità del sonno.