• 13/07/2016 alle 19:28

    ANORESSIA NERVOSA: L’IMMAGINE CORPOREA DISTORTA; Un’immagine corporea distorta è essenziale per la nascita ed il mantenimento dell’anoressia nervosa. Secondo Hilde Bruch la distorsione dell’immagine corporea è talmente importante che nessuna guarigione è possibile senza un cambiamento correttivo dell’immagine corporea

    ANORESSIA NERVOSA: L'IMMAGINE CORPOREA DISTORTA

    Dott.ssa Bruzzone

    ANORESSIA NERVOSA: L’IMMAGINE CORPOREA DISTORTA

    L’insoddisfazione per la forma del proprio corpo – in generale o di alcune parti di esso – può essere associata ad una distorsione dell’immagine corporea; questa scontentezza, in particolare, scaturisce dal fatto che, nella costituzione e nello sviluppo dell’immagine corporea, grande importanza è attribuita alle variabili socioculturali, che rinforzano l’attuale standard irrealistico di bellezza, ponendo estrema enfasi – ad esempio – sulla magrezza.

    Dalla discrepanza tra questi ideali estetici e l’immagine corporea interiorizzata ha origine il disturbo dell’immagine corporea, che è strettamente connesso a comportamenti alimentari disturbati, in particolare all’anoressia nervosa.

    La distorsione dell’immagine corporea ha un ruolo fondamentale, sia per lo sviluppo sia per il mantenimento dell’anoressia nervosa, la quale si caratterizza per un’alterazione nel modo di esperire la propria immagine corporea; in particolare, i soggetti affetti da anoressia nervosa mostrano una tendenza a sovrastimare dal 25% al 55% le proprie misure corporee e tale sovrastima risulta tanto maggiore quanto più è evidente l’emaciazione del corpo.

    La corporatura sovrastimata riflette una pura dispercezione visiva, per cui il/la paziente ha un’immagine più grossa di sé.

    Inoltre, una delle caratteristiche dell’anoressia nervosa è la massima importanza attribuita all’aspetto fisico e la sua connessione con l’autovalutazione; proprio in virtù di questo legame, l’insoddisfazione corporea si realizza nelle credenze disfunzionali circa peso e forma, come:“essere magri è segno di autocontrollo e auto-disciplina” e “il proprio valore si misura dalla propria magrezza”.

    Da tali credenze originano schemi cognitivi disfunzionali, quali l’attenzione selettiva e la rigidità cognitiva, che, a loro volta, rinforzano tali credenze.

    Le prime osservazioni cliniche sull’importanza dell’esperienza disfunzionale dell’immagine corporea nell’anoressia nervosa si devono ad Hilde Bruch, che definisce tale patologia come un

    disturbo dell’immagine corporea di proporzioni deliranti1

    la psichiatra tedesca, inoltre, sottolinea che

    ciò che è patognomonico dell’anoressia nervosa è la distorsione dell’immagine corporea associata ad essa: l’assenza di consapevolezza circa il deperimento, anche quando avanzato, ed il vigore e la testardaggine con i quali lo stesso raccapricciante aspetto è difeso come normale e giusto e come l’unica possibile sicurezza contro il temuto destino di diventare grassi1

    Proprio perché la distorsione dell’immagine corporea ha un ruolo così preponderante nello sviluppo e nel mantenimento della sintomatologia tipica dell’anoressia nervosa

    qualsiasi miglioramento nella sintomatologia sarebbe temporaneo, senza un cambiamento correttivo dell’immagine corporea1

    pertanto, la Bruch teorizza l’importanza della correzione dell’alterazione dell’immagine corporea come prerequisito necessario alla guarigione.